Melissa, il fantasma dell'autostrada

Il 29 dicembre 1999 alle 5:20 del mattino una ragazza con i capelli lunghi e biondi, con un giubbotto rosso e dei jeans, fu travolta da un automobilista mentre camminava al centro dell'autostrada AI3 a Padova, in corrispondenza dello svincolo autostradale di San Pelagio. Un drammatico fatto di cronaca, direte voi, ma nulla di misterioso. E invece sì, malfidati che non siete altro! Sto per raccontarvi uno dei più grandi misteri moderni padovani rimasti irrisolti ... o la più grande leggenda metropolitana ambientata in città. Infatti, in quel tragico momento la stessa ragazza, che per semplicità potremmo chiamare Cappuccetto Rosso, fu vista da altri automobilisti in luoghi molto distanti da San Pelagio.

All'altezza dello svincolo di San Martino sulla AI, a Parma, una coppia di pensionati riuscì a evitare all'ultimo istante l'impatto con una ragazza che camminava catatonica al centro della strada, come se volesse suicidarsi. Il fatto curioso è che la descrizione della ragazza corrispondeva esattamente all'identikit di Cappuccetto Rosso, della ragazza investita insomma. Sempre alla stessa ora, all'altezza dell'uscita per Treviso Sud, un camionista vide camminare pericolosamente sul ciglio dell'autostrada la stessa ragazza, che sembrava ondeggiare come in preda a un malore. L'uomo si fermò appena possibile e tornò indietro a piedi, cercando la ragazza, invano. Nessuna traccia della giovane. Come se non bastasse, sempre allo scoccare delle 5:20 ma questa volta sulla A4, un altro automobilista raccontò di aver visto una figura molto simile a quella che ormai conoscete, immobile al centro della corsia. L'uomo riuscì miracolosamente a evitare l'impatto ma poi, cercando la figura della ragazza nello specchietto retrovisore, non vide nulla. Allora, stranito, si fermò e si mise a cercarla, tuttavia non trovò nessuno.

La nostra Cappuccetto Rosso divenne molto famosa, ma la sua identità rimase ignota, così i media le diedero il nome di Melissa, dal nome della pianta: che alita a combattere l'insonnia, riferendosi al fatto che forse tutte le persone che l'avvistarono erano state colte da un banale colpo di sonno. Gli autisti ribadirono però più volte la propria versione dei fatti e fornirono testimonianze precise e attendibili. La verità è' che la nebbia padovana non smetterà mai di stupirei.

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori